5 febbraio 2014

192 fotografi per 192 vittime del terrorismo...



Oggi grande Emozione, siamo stati selezionati per il Projet 192, per la commemorazione delle vittime del terrorismo di Madrid del 11 Marzo 2004,,, siamo a Pagina 48 
Con la nostra foto abbiamo cercato di ricordare la vittima che ci era stata assegnata con l'omaggio del trenino Biancoazzurro e le sue gallerie che hanno ospitato tanto dolore durante la guerra...
Oltre alla pubblicazione del libro ci sarà la mostra a Madrid...

selezionate le 192 foto per il Projet 192 che commemora il decennale della strage di Madrid... gli unici vincoli per le foto:
in bianco e nero, il nome della vittima deve apparire nella foto e non può essere inserito con fotoritocco, la foto deve evocare il mondo ferroviario, ad ogni fotografo viene assegnato un solo nome, le migliori foto vengono selezionate da una commissione e pubblicate in un libro (vedi link a a seguire) e verranno esposte a Madrid ed in altre città europee...

A noi è stata assegnata Maria Pilar Martin Rejas, di lei sappiamo poco se non che aveva 50 anni e lavorava al ministero dei trasporti a Madrid....


il libro: http://www.projet192.org/album/M11/index.html
il progetto: http://www.projet192.org/

"Projet 192 - 11 M - Madrid
Il “Progetto 192” fonde la vita, la morte, la pietà e l’accusa.
192 fotografie e 192 nomi, quelli delle vittime dell’attentato nei treni dei pendolari di Madrid, l’11 marzo 2004. Un passato molto prossimo, sul quale però ogni giorno cala impercettibile un velo, il velo più pericoloso, il velo dell’oblio, lento e sottile.
Io non voglio dimenticare, e non posso.
L’ambiente dei treni, specie quelli dei pendolari, è un microcosmo inarrestabile; brulicante di vita, di movimento,di rumori. Migliaia di persone diverse tra loro, eppure simili, nei loro sentimenti, nelle loro motivazioni.
E sulla vita visibile, fatta di gesti e movenze, di voci e rumori all’improvviso scatta e si staglia quella invisibile, fatta di pensieri e di silenzi.
E nasce una fotografia. Nei treni c’e’ tutto.
C’è la nostra vita, fatta di tante cose, che vogliamo, che non vogliamo, che cerchiamo, che non troviamo, che facciamo perché dobbiamo. Il nostro lavoro, i nostri incontri, i nostri passaggi occasionali. Ci siamo noi. Vivi e veri. Tutti i giorni, a tutte le ore.
Un giorno uguale all’altro, un giorno dopo l’altro. Ma l’11 marzo 2004 è stato un giorno diverso. Nei treni è entrata la morte, quella più cieca, violenta, cattiva, portata da un odio cieco, violento, cattivo. 192 persone non ci sono più e accanto alle loro vite perdute per caso, per un attimo sbagliato, ci sono le vite devastate dei loro familiari e amici.
Qualche giorno di caos, di ricerche febbrili e accorate, di strazi impietosamente portati in giro per il mondo dai mass media, e poi i tanti gesti di eroismo e solidarietà, tanto più sinceri quanto più improvvisati e nati cavalcando l’onda del sentimento umano ferito e oltraggiato, e lentamente la vita è tornata,con le sue leggi ineludibili.
Si continua, c’e’ un altro giro di giostra per tutti noi. Nei nostri obiettivi, gesti, movenze, voci e rumori. E ancora pensieri e silenzi.
Dietro il suo fluire inarrestabile la vita cela il suo doppio, la paura, il terrore, la morte.
192 fotografie in bianconero. Una fotografia per ogni vittima, e il nome di ognuno di loro “ dentro “ l’immagine, scritto su un foglio, su una mano, su uno scalino, su un sedile o altro ancora. Sarà la fotografia a deciderlo volta per volta, sarà il nome a chiederlo volta per volta, a creare la situazione fotografica.
A volte con la partecipazione di uno sconosciuto consenziente, che si farà testimone d’accusa e portatore di pietà.
Perché soffrire della sofferenza altrui è il nostro cammino.

Ciro Prota"